
Il rito dei Vattienti – workshop fotografico con TaoPhoto
concluso
Workshop Fotografico
i Vattienti di Verbicaro e Nocera Terinese: il rito dell’autoflagellazione
18 – 21 Aprile 2019
La Settimana Santa, in tutta Italia e, più in generale, nel mondo cattolico, viene celebrata e sentita in modo particolare, rievocando un momento di grande significato, mistero e forti emozioni. Tutte le celebrazioni di questa particolare settimana parlano di sofferenza, di violenza, antichi riti di giustizia, una condanna a morte, la morte di un innocente.
In molti paesi della Calabria queste celebrazioni vengono vissute con tutta la carica di forte sofferenza. Interi paesi partecipano a questi riti.
Come a Nocera Terinese, in provincia di Catanzaro, il Venerdì Santo a Nocera Terinese è il giorno che precede la processione dei Vattienti, devozione tramandata da padre in figlio.
I Vattienti camminano per tutto il paese flagellandosi e versando il proprio sangue lungo le strade e segnando, sempre con il sangue, i luoghi della loro devozione: dalla chiesa alla porta di casa di un parente o ancora di chi nella comunità riveste il ruolo che suscita rispetto.
La processione dei Vattienti di Nocera Terinese, insieme a quella di Verbicaro (CS) sono forse le uniche processioni della Settimana Santa in cui sopravvive il rito dell’autoflagellazione.
I penitenti sono vestiti di nero: hanno il viso scoperto, la testa avvolta in un panno sul quale è poggiata la corona di sparacogna, addosso una maglia e un pantaloncino ripiegato in modo da scoprire completamente le cosce.
Perché sono le gambe, sino ai polpacci, che verranno colpite con il cardo, un disco di sughero dal quale, affogate in un bagno di cera, sporgono tredici schegge di vetro.
Il “Rito dei Vattienti” di Nocera Terinese, già inserito nel Registro regionale delle buone pratiche delle “Passioni di Cristo in Europa”, si avvia ad essere candidato dalla Regione Calabria, di concerto con il Ministero dei Beni Culturali, a diventare “patrimonio mondiale dell’umanità”.