
Workshop Fotografico: Sa Prima Essia
Workshop Fotografico
“Sa Prima Essia”
Carnevale Barbaricino
con
Simone Tramonte e Marco Salvadori
La notte tra il 16 e il 17 gennaio si svolge “La Festa dei fuochi”, molto sentita in tutta la Sardegna. Questa costituisce, per gli aspetti mitico-rituali e per la sua funzione socializzante, un momento particolarmente suggestivo. In un connubio tra sacro e profano, i bagliori di grandi falò accesi illuminano la notte, riunendo la collettività nella piazza per rinnovare l’antico rito ancestrale dedicato a Sant’Antoni de su Fogu, patrono della pastorizia e dell’agricoltura, morto ultracentenario, secondo la tradizione, proprio il 17 di questo mese. Secondo la leggenda, S. Antonio discese all’inferno per trafugare, con astuzia, una scintilla incandescente, nascondendola nel suo bastone cavo, per donarla, sulla terra ghiacciata, agli uomini che ancora non conoscevano questo elemento.
Il legname viene, sapientemente accatastato fino a formare un’altissima piramide. All’imbrunire, in un’atmosfera avvolgente, il paese si raccoglie in piazza per l’accensione del falò. La tradizione vuole che i fedeli compiano tre giri in senso orario e tre in senso antiorario intorno al fuoco purificatore, benedetto dal parroco, per sciogliere un voto o per chiedere una grazia.
Inizia così il rito apotropaico pagano di probabile origine greca (si veda il mito di Prometeo) dedicato all’elemento “sacro” dell’Universo, associato al colore del sangue e al calore del corpo e quindi alla vita. La festa tra balli, canti tradizionali, buon vino e tipici dolci di sapa, segna l’inizio del Carnevale e quindi de “sa prima essia” (la prima uscita) delle caratteristiche maschere tradizionali isolane.
E’ una delle ricorrenze più attese dalla popolazione che da sempre vi partecipa in maniera spontanea e s’identifica nella ricchezza culturale e nel profondo senso di appartenenza alla propria cultura.
La Sardegna non cessa di stupirci per le sue tradizioni millenarie. Ancora oggi, esaminando attentamente lo svolgimento di alcune feste popolari, emergono riti ancestrali e suggestivi ricchi di fascino e mistero. È evidente quindi l’importanza che ebbero i misteri dionisiaci ed eleusini in una terra in cui la sopravvivenza fu sempre legata ai riti agrari per la fertilità dei campi.
L’obiettivo di questo workshop sarà entrare in questa dimensione, raccontando lo svolgersi di riti ancestrali che, nel loro ripetersi, trasformano l’ordinario in straordinario.
Il workshop sarà incentrato su come si racconta una storia o un’atmosfera, sulla base delle scelte e dei sentimenti di ciascun partecipante, lo scopo sarà, quindi, quello di creare una narrazione personale.
Il workshop è rivolto a chi ha una conoscenza fotografica di base e vuole vivere un’esperienza umana, per approfondire la propria ricerca e il proprio potenziale.